Il governo italiano sta introducendo significative riforme nei concorsi pubblici a partire dal 2025, con l’obiettivo di rendere le procedure di selezione più efficienti e uniformi.
Selezioni centralizzate
Tutte le procedure concorsuali saranno centralizzate, anche per posizioni singole. Le amministrazioni non potranno più gestire autonomamente i concorsi; ad esempio, se un ente necessita di un direttore generale, dovrà rivolgersi al sistema centralizzato.
Bonus uniformi
Saranno introdotti “bonus” standardizzati per tutti i candidati, al fine di garantire equità nelle valutazioni.
Requisiti e titoli di studio
Le nuove normative prevedono una revisione dei requisiti e dei titoli di studio necessari per l’accesso ai concorsi, con l’intento di allineare le competenze richieste alle effettive esigenze delle posizioni da ricoprire.
Tempistiche delle procedure
I concorsi dovranno essere completati entro un massimo di tre anni, senza possibilità di ulteriori proroghe. Tutte le autorizzazioni già concesse saranno prorogate di un anno, ma dal 2025 non saranno concessi ulteriori “tempi supplementari”.
Prove concorsuali
Fino al 2026, la prova orale non sarà obbligatoria nei concorsi pubblici, con l’obiettivo di snellire le procedure di selezione.
Assunzioni e turnover
È previsto un taglio del 25% alle assunzioni nella Pubblica Amministrazione, con alcune eccezioni per specifici settori come i Comuni.
Aumenti salariali
Per i dipendenti statali sono previsti aumenti salariali di circa 50 euro al mese e la possibilità di anticipi sul Trattamento di Fine Servizio (TFS).
Queste riforme mirano a modernizzare e rendere più trasparenti le procedure di selezione nella Pubblica Amministrazione italiana.